Da Cornalba alle Casere dell’Alben (Sentiero “Martiri di Cornalba”)

Promosso da Tavola della Pace Valle Brembana, Anpi Valle Brembana, Cai Zogno

Nel terribile inverno 1944, la Resistenza in val Serina fu travolta da due operazioni di rastrellamento, il 25 novembre e il 1 dicembre. Il risultato fu di 15 morti tra i partigiani della brigata “XXIV maggio”, colti di sorpresa dai militi fascisti guidati dal capitano Resmini. La brigata rischiò di dissolversi, ma grazie al comandante Ferdinando Fasana “Renato” e al gruppo di superstiti, spostatisi ai Laghi Gemelli, riuscì a ricomporsi. Ripercorriamo il sentiero verso l’Alben che i partigiani in fuga imboccarono in cerca di scampo e passiamo per la baita adibita a magazzino dove alcuni uomini furono sorpresi e uccisi. Un percorso ad anello intorno alle bianche rocce della montagna, oggi palestra di free climbing.

 

Località di partenza e arrivo
Cornalba, 874 m
Località di transitoBaita Casera de süra
Segnavia503
Tempo
2 h; l'intero anello: 3h 30'
Ripari
Acquano
CartinaKompass n.104; Cai-Provincia n.5

Scarica il percorso

A Cornalba si lascia l’auto nel parcheggio vicino al cimitero o in quello di fronte alla chiesa, dove una cappellina ricorda i caduti partigiani. Si attraversa il centro storico del paese e si sale al tabellone che illustra le vicende dell’inverno 1944 e il percorso.

Imboccata la stradetta prima asfaltata poi sterrata e oltrepassata una “tribolina”, si ignora il sentiero panoramico, riservato al rientro, e la si lascia presto per un sentiero roccioso sulla sinistra (indicazioni, sempre ben presenti, “Sentiero partigiano Martiri di Cornalba”). Si risale a tornantini la val d’Ola, attraversando ripetutamente il fondovalle. Il bosco cambia rapidamente, da misto a faggio fino alle conifere. Si sbocca sugli ampi pascoli sotto l’Alben, la cui bastionata rocciosa è davanti a noi. Più a sinistra, il passo la Forca e la visibile vetta della Croce. Raggiungiamo la Casera de sòta e quindi, seguendo la linea della teleferica, la Casera de süra (1590 m), con portichetto e pozza poco distante. Se le condizioni del tempo e delle gambe lo concedono, si può salire in vetta all’Alben (2019 m) o alla Cima della Croce (1975 m).

Dalla Casera de süra (segnavia per Cornalba: 503; per Serina: 502) si torna su sentiero in piano verso ovest, si passa poco sotto una cappellina e ci si inoltra in un suggestivo ambiente di conche successive. Giunti a un pianoro con un grande abete e un masso con evidenti indicazioni dei sentieri, si imbocca, piegando decisamente a sud-ovest, il sentiero per Cornalba. Prima di cominciare a scendere, vale la pena di raggiungere, poco oltre, il Cascinetto, dove una targa ricorda l’uccisione del diciassettenne Mario Ghirlandetti e dei tre russi Angelo, Carlo e Michele, a guardia di un magazzino di viveri e armi della “XXIV Maggio”, qui sorpresi dai fascisti provenienti da Serina, nel rastrellamento del 1 dicembre.

Tornati al bivio, si imbocca il ripido sentiero 503 che precipita su Cornalba; dopo la grotta della Cornabusa e la grande croce che ricorda il partigiano Callisto Sguazzi ”Peter”, si segue il sentiero panoramico che, passando sotto la falesia, ritorna al punto di partenza.

La mitraglia sul campanile

“Verso le ore sette e trenta di sabato 25 novembre 1944 un reparto della compagnia OP di Bergamo, al comando del tristemente noto capitano Aldo Resmini, inizia un rastrellamento in Val Serina. La colonna, composta da due camion scoperti e da un’autoblinda (circa 50 uomini), risale la valle e appena prima della frazione di Rosolo incrocia e blocca la corriera di linea Zambla-Bergamo.(…) Vengono fermati, riconosciuti ed uccisi sul posto i partigiani Giuseppe Biava, Barnaba Chiesa e Antonio Ferrari. La colonna fascista si divide in due gruppi: il primo prosegue lungo la provinciale per Serina, il secondo sale attraverso l’abitato di Passoni. (…) Intanto a Cornalba la notizia del rastrellamento giunge attraverso due fonti: una telefonata alla trattoria “della Serafina” e a viva voce, grazie all’avvistamento dei fratelli Luigi e Carlo Carrara, che usciti di buon mattino per andare a caccia, scorgono la colonna fascista sulla strada di Rosolo dalla zona di San Pantaleone.

Partigiani 24 Maggio nella zona del Monte Alben, nel periodo precedente al rastrellamento di Cornalba del 25 Novembre 1944 - Autunno 1944

Il gruppo che sale da Passoni lancia un razzo di segnalazione per dare l’allerta ai camerati provenienti da Serina e immediatamente dopo apre il fuoco con armi leggere. Inizia una fuga precipitosa e disordinata verso le pendici dell’Alben da parte dei partigiani e di giovani di Cornalba. E’ molto probabile che da parte partigiana non si risponda minimamente al fuoco nemico. Ormai il primo gruppo di rastrellatori provenienti da Serina ha raggiunto il piazzale dalla chiesa parrocchiale di Cornalba. Partigiani e uomini in fuga, che speravano di trovare via libera sulla sinistra del paese, sono bloccati da un fuoco intensissimo: una mitraglia è piazzata su un prato, una seconda ancora più micidiale sul campanile della chiesa. Sorte non migliore aspetta chi cerca scampo verso la destra dell’abitato: i fascisti, che ormai occupano tutto il paese, piazzano almeno due mortai e tirano sui fuggitivi, favoriti anche dal fatto che la vegetazione – siamo alla fine di novembre - è completamente spoglia. Proprio con il mortaio viene mortalmente colpito il comandante “Ratti” e ferito gravemente Gino Cornetti (un giovane di Cornalba di appena diciassette anni), che verrà finito immediatamente con due colpi di pistola. Intanto sul lato sinistro dell’abitato, con estrema difficoltà, riparandosi dietro le rocce e sfruttando la nebbia piovigginosa che cala dalla montagna, altri uomini in fuga raggiungono i sentieri alti e corrono disperatamene verso la cima del monte Alben. In questa fuga cadono mortalmente feriti Pietro Cornetti (fratello gemello di Gino), Battista Mancuso e Giuseppe Maffi. Mentre ancora si spara in questa zona, non distante dal centro abitato, è catturato il partigiano Franco Cortinovis. Portato nella piazza del paese, viene sommariamente interrogato, violentemente malmenato e ucciso sul posto dallo stesso Resmini. (…) non lontano, viene fermato Callisto Sguazzi “Peter”. Riconosciuto come partigiano, è immediatamente assassinato da un tenente della OP con due colpi di pistola”. Una settimana dopo, sabato 1 dicembre, il rastrellamento si ripetè: “in un primo conflitto a fuoco (…) nei pressi del Passo Crocetta veniva mortalmente ferito il partigiano Celestino Gervasoni. Un altro gruppo di militi, partendo dall’abitato di Serina, prese la direzione dell’Alben sorprendendo in una baita alcuni partigiani che si stavano preparando a lasciare la zona per raggiungere il resto dei superstiti della brigata. Nell’imboscata morirono tre partigiani di nazionalità russa, “Carlo”, “Michele” e “Angelo”, e un giovanissimo partigiano di appena diciassette anni, Mario Ghirlandetti”.

Bruno Bianchi, Marco Sorelli, La mitraglia sul campanile. Cornalba 1944, Il filo di Arianna, Bergamo, 1987, pp. 18-20.