Da Sovere alla Malga Lunga

La salita più frequentata dal territorio del Comune cui appartiene la Malga Lunga: una salita suggestiva e con una variante – per le “scale di Sovere” – un po’ impegnativa e divertente per le (facili) roccette con cui ci si misura. Un tracciato largamente utilizzato dai partigiani della 53a brigata Garibaldi nei loro spostamenti da e verso i pianori della Malga e del Campo d’Avene, basi principali della loro attività. In particolare il percorso fu utilizzato come via di fuga dopo la battaglia della Cornalunga: resistendo a un numero di nemici molto più numeroso di loro, i partigiani riuscirono a sganciarsi scendendo fino a trovare sicurezza nella Valle del Freddo.

 

Località di partenza
santuario della Madonna della Torre, Sovere, 486
Località di arrivo
Malga Lunga, 1230 m
Segnavia563
Tempo di salita1 h 30' (2 h con la variante)
Riparino
Acquano
CartinaKompass n.104; Cai-Provincia n. 6

Scarica il percorso

Parcheggiata l'auto al santuario della Madonna della Torre di Sovere (486 m, edificio a tre navate del secolo XVII, contiene numerose opere lignee della famiglia Fantoni di Rovetta), si imbocca la stretta strada asfaltata che sale ripida sulle pendici del monte Cornalunga. Dopo circa 15’ si arriva all'inizio del sentiero, in località Valle del Monte (568 m, indicazioni). L'auto si può parcheggiare anche qui, evitando un dislivello di quasi 100 metri. Avviatisi su una stretta strada carrozzabile, la si lascia presto per imboccare un sentiero sulla destra. Dopo circa mezz'ora dalla partenza, si arriva a un bivio ben segnalato, a quota 800 m. Abbiamo davanti tre possibilità.

  1. Il sentiero a destra (“sentiero alto”) è quello più interessante ma più impegnativo. Presenta tratti decisamente ripidi, in quanto porta rapidamente ad avvicinarsi alla parete della Cornalunga; risalendo sempre nel bosco, presenta un tratto roccioso in cui sono stati ricavati gradini (le “scale di Sovere”), affiancati da corde di metallo, aiuto nella salita, che successivamente si fa meno erta. Si sfiora (bivio per la “croce del frate”) un piccolo bivacco dell’Ana di Sovere con grandi tavoli in legno e dopo alcuni tornanti nel bosco si procede per un tratto in piano sui prati con ampio panorama sulla vallata. Un ultimo attraversamento del bosco e si esce sul limitare del pascolo sotto la Malga Lunga (1 h).
  2. La seconda possibilità (“sentiero basso”) evita il passaggio più ripido sulle roccette. Procedendo in piano sul sentiero, si giunge a una nuova biforcazione. Le indicazioni per la Malga Lunga danno anche qui 1 h di salita sul sentiero che procede innanzi a noi costeggiando il fondo della valle Palandone. Si sbuca sulla “via dei Frati”, che porta ai prati di Possimo, la si imbocca verso destra (spettacolare la vista sulle pareti a strapiombo sulla valle), si supera la “croce del frate” e si risale il versante nord, sbucando al bivio indicato nella variante a) dove sorge il bivacco dell’Ana e si prosegue come indicato.
  3. Se alla biforcazione citata si attraversa invece il torrente, seguendo le indicazioni per Possimo, si raggiunge lo splendido pascolo, terrazza sul lago d’Iseo (il punto più alto è a 935 m): si prosegue su strada poderale lunga e a tratti ripida che raggiunge i prati di Paviglio (1129 m). Da qui un piacevole percorso nel bosco sale fino a sbucare al capanno di caccia sottostante la Malga Lunga (1 h 30’).

Il regolamento della 53a brigata Garibaldi

1.E’ costituita la 53a Brigata Garibaldi che si propone di condurre in unione a tutti i patrioti delle altre “Formazioni” la lotta per la liberazione dell’Italia e di tutti i paesi dal nazifascismo.

2.Possono farne parte tutti i giovani Patrioti italiani e stranieri che accettano volontariamente la disciplina della “Formazione”.

3.La Brigata è di principi profondamente democratici, perciò ogni professione di fede politica antifascista è permessa. Ogni partito politico antifascista ha piena libertà di manifestare e di propagandare le proprie idee in seno alla Brigata.

4.Da parte dei membri della Brigata è dovuta al Comando della “Formazione” piena e totale obbedienza per tutto quanto concerne l’ordine e la disciplina interna.

Distribuzione del “rancio” dopo aver ricevuto il lancio di materiali aviotrasportati, Villa Facchinetti “Arcifusso”, Agosto 1944.
Da sx: Montagna, Tarzan Fiamma, Stavro (Archivio ANPI Lovere).

5.Tutte le armi di cui il Patriota è dotato (comprese quelle conquistate durante le operazioni belliche) sono di proprietà della “Formazione” Nel caso di allontanamento del Patriota della Brigata, tutte queste armi (tranne la pistola personale) dovranno essere versate al comando.

6.Gli indumenti, le scarpe, lo zaino e tutti gli altri accessori che il gregario avrà ricevuto in dotazione entrando a far parte della Brigata, restano sempre di proprietà della stessa e il partigiano ne resta solo il consegnatario, per ciò all’atto del suo eventuale allontanamento, tutto questo materiale dovrà essere versato al magazzino.

7.Tutte le eventuali questioni e divergenze che dovessero sorgere tra i gregari dovranno essere risolte dal Comando della Brigata e non dovranno dar luogo a litigi e tanto meno a vie di fatto dirette.

8.Non sono ammesse (specialmente durante i periodi di emergenza) le licenze. Verrà concessa al partigiano la possibilità di scendere a valle per visite ai parenti duranti i servizi di corvée o durante eventuali passaggi in zona per motivi di servizio. Solo in casi eccezionalissimi (quali malattie di congiunti) verrà concessa breve licenza. In questo caso il Patriota scenderà a valle armato della sola pistola personale e di un paio di bombe a mano.

9.Quando le condizioni finanziarie della Brigata lo consentono, viene corrisposto ad ogni gregario una deca che appunto per condizioni di cassa fluttuante non può essere regolare. Questa deca è dello stesso importo per tutti i gregari senza alcuna distinzione di grado.

10.Nessuna distinzione di grado può dare luogo a differenze nella somministrazione del rancio. Esso è lo stesso per ogni gregario.

11.Tutto l’eventuale bottino catturato al nemico durante le azioni non è di spettanza del singolo partigiano; esso dovrà essere versato al Comando il quale incamererà il tutto per le spese generali della Brigata.

12.Rimettendoci alle dichiarazioni di radio (l’Italia combatte) della stazione di Cagliari, il Comando della Brigata annuncia ai membri delle “Formazioni” la decisione del Comando delle Forze Armate Italiane, di corrispondere a tutti i gregari delle bande partigiane i sussidi di malattia, di ferimenti e di decesso spettanti all’esercito regolare.

IL COMMISSARIO

Renzo

IL COMANDANTE

Montagna

 

 

Natale Verdina, Clara Bosco Verdina, La Resistenza nel loverese, Comitato per le celebrazioni del XXX della Resistenza, Lovere-Bergamo, 1975, pp. 258-259.